mercoledì 12 marzo 2014

Edilizia privata e deroghe, serve trasparenza


Le norme tecniche di attuazione dei piani di intervento per l'edilizia determinano in maniera alquanto vaga il potere di deroga ai regolamenti da parte del Sindaco. Un vuoto normativo che desta qualche sospetto.


La deroga è uno strumento che permette, una volta creato un regolamento, di soprassedere a tali disposizioni in determinati casi. Un regolamento può essere fatto in maniera precisa, ma difficilmente sarà perfetto. Potranno esistere casi eccezionali o che non erano stati previsti, e la deroga dovrebbe servire per risolvere velocemente il primo caso che dovesse rientrare in questa situazione, senza dover attendere i tempi necessari alla modifica del regolamento.

Le norme tecniche di attuazione in vigore a Sommacampagna regolamentano ad esempio la posizione, le dimensioni, le proporzioni degli ampliamenti di superfici coperte, stabilendo a pag. 59 paletti ben precisi:
“Nel caso di ampliamento della superficie coperta l’altezza massima non deve superare l’altezza dei fabbricati esistenti ed in ogni caso non essere superiore a 6,50 mt.. Nel caso di sostituzione o di nuova costruzione di corpi di fabbrica, la copertura deve essere a due falde con linea di colmo parallela al lato maggiore. La pendenza del tetto deve comunque essere compresa tra il 25% minimo ed il 35 % massimo. Per quanto compatibile, devono essere utilizzati, tipologie, forme, colori, materiali di costruzione e di finitura dell’edilizia rurale tradizionale non abitativa”.

La pagina successiva introduce la possibilità di deroga, in maniera assai più vaga:
“Deroghe possono essere concesse dal Sindaco o dal Responsabile di Settore, sentita la Commissione Edilizia, per comprovate esigenze produttive”.

Non vi è alcun riferimento a quali siano i criteri che rendano le esigenze produttive in esame consone a ricevere la deroga. Tale giudizio è a completa discrezione del Sindaco o del Responsabile di Settore. L'unico vincolo esistente da regolamento sarebbe il parere della Commissione Edilizia. Commissione che, pur trovandosi citata nei regolamenti, è stata recentemente abrogata e, anche nel pieno della sua operatività, avrebbe da regolamento l'obbligo di mantenere il segreto sui lavori presi in esame.

Sindaco e Responsabile di Settore non hanno nessun obbligo di rendere pubblica la concessione di una deroga, nemmeno di redigere un resoconto al Consiglio Comunale: l'uso di questo strumento non lascia traccia nell'informazione pubblica. Come si può garantire che, di li in avanti, cittadini con il medesimo problema possano trovare la medesima situazione?

E' un vuoto normativo che, potenzialmente, potrebbe generare differenze di trattamento tra i cittadini: ad un cittadino potrebbe essere concessa una deroga per logiche clientelari, voto di scambio, corruzione, senza che nessuno ne venga a conoscenza. Parimenti ad un altro cittadino la stessa deroga potrebbe non essere concessa per antipatie personali o per ragioni politiche. Non c'è nessuna assicurazione a riguardo.

Il meccanismo della deroga dovrebbe essere strutturato in modo da trasformare l'eccezione in regola, e dare a tutti i cittadini la possibilità di consultare e confrontare, nei limiti imposti dal rispetto della privacy, un archivio delle concessioni avvenute in passato, per verificare se vi siano stati casi simili. Il Consiglio Comunale dovrebbe essere informato periodicamente sulle deroghe concesse, in modo da poter valutare, negli aggiornamenti delle norme, la regolamentazione dei casi non previsti, e rendere il trattamento più equo, limitando al minimo le possibilità di gestione clientelare o personalistica.

Alberto Manara

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