venerdì 2 maggio 2014

Discarica Siberie, un bancomat che non funziona

Oltre alle questioni ambientali, anche l'analisi della discarica dal punto finanziario mostra un quadro preoccupante. Tutte le altre liste affermano che in passato i controlli sono stati seri e serrati. Noi abbiamo analizzato convenzione, atti e delibere. Abbiamo chiesto informazioni agli uffici competenti. Ecco cosa è emerso.




La convenzione

Anzitutto la discarica è stata realizzata in Project Financing: il Comune da in concessione il terreno all'azienda che vince una gara di appalto. Per ogni tonnellata di rifiuti conferita, l'azienda paga una quota al Comune. Il corrispettivo in denaro, quindi, viene elargito al Comune sulla base del peso, non del volume.

Peso dei rifiuti

Il Piano finanziario analisi dei costi e dei benefici, aprile 2007, elaborato A9, definisce le spese e gli utili che deriveranno dalla discarica. A pagina 25, emerge che “la capacità utile totale della discarica” su cui sono stati basati i calcoli di rendimento è di “724.000 tonnellate”.

Volume di rifiuti

Il 22 aprile un nostro attivista ha chiesto informazioni sulla capienza totale della discarica. La risposta del responsabile ecologia del Comune di Sommacampagna è stata: “La capienza dell'impianto è di 724.000 metri cubi”. Una cifra che conferma quanto presente nella documentazione precedente.


Rapporto tra peso e volume

E' evidente che il peso di un metro cubo di rifiuti, nel piano finanziario, era stato preventivato come 1 metro cubo = 1 tonnellata.

I dati reali

Sempre il 22 aprile abbiamo chiesto all'ufficio ecologia quanti fossero i rifiuti conferiti ad oggi all'interno della discarica. La risposta, reperibile sul servizio “Filo diretto”, indica che “il volume occupato per il conferimento al 31/12/2013 è di circa 100.000 metri cubi”, con un peso di 57.595,20 tonnellate.

Metà peso, metà guadagno!

Fatti i dovuti calcoli (57,595,20/100.000) emerge il reale peso a metro cubo dei rifiuti, ossia 0,5759520 tonnellate. Poco più della metà di quanto preventivato.

Ogni tonnellata viene pagata 32,09€. Nelle casse comunali erano previsti ingressi per 23.812.360€. Gli ingressi reali, nell'ipotesi che la discarica venga completata, saranno 13.381.184€. Per ora sono stati incassati dal Comune solo 1.848.304€.

E Geonova quanto doveva incassare?

Il piano finanziario prevede un guadagno, per Geonova, di 87,77€ per ogni tonnellata di rifiuti.  Tale piano, come abbiamo visto, si basa su un rapporto peso/volume di 1 a 1. Questo comporta una previsione di incasso pari a 63.543.725€, sempre secondo pagina 25 del Piano finanziario analisi dei costi e benefici.

A tale cifra vanno chiaramente tolte le spese di gestione del cantiere, come il costo dei macchinari e del personale. Al netto delle uscite, l'utile di impresa per Geonova era stato calcolato in 7.558.064€. Le spese quindi calcolate nell'ordine di 55.985.661€.

Quanto incassa realmente?

Con il rapporto reale tra peso e volume, gli incassi totali a discarica riempita vanno ricalcolati a 36.599.146€. Una differenza di 26.944.579€ rispetto a quanto preventivato, con l'utile azzerato e un deficit di 19.386.515€.

Una discarica che finisce nel duemilamai

I lavori avrebbero dovuto avere una durata di 6 anni. In realtà, stando alla risposta fornitaci dal responsabile, “la concessione del servizio discarica è concessa per il periodo necessario allo smaltimento del quantitativo stabilito nelle autorizzazioni necessarie”. Quindi non ci sarebbero vincoli su cui far applicare eventuali penali per ritardi nella chiusura del cantiere?

Facciamo altri due calcoli: considerando il ritmo medio di conferimento avuto finora, ovvero 100.000 metri cubi ogni 4 anni, la discarica sarà pronta nel 2037!

La discarica è sostenibile?

Come può Geonova sostenere i costi di costruzione con una perdita di 19 milioni, e con pesanti ritardi che si ripercuotono senza dubbio sui costi del personale e dei macchinari?

Se gli introiti sono davvero inferiori, l'unico modo che hanno è abbassare le spese. Le pareti della discarica sono crollate 4 volte in 4 anni, nel silenzio totale delle istituzioni. Che garanzie possiamo avere sulla qualità della progettazione e della realizzazione dell'opera che, ricordiamo, si trova sopra una zona di ricarica della falda acquifera?

Se non fossero i costi a diminuire, l'opera sarebbe sostenibile solo se i ricavi fossero migliori, ossia in caso il rapporto tra peso e volume fosse maggiore, o con un aumento sensibile del costo di smaltimento. Ma se così fosse significherebbe che, finora, non ci è stato pagato il dovuto!

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